AMERICA, L'IMPERO DEL MALE

di Gianfredo Ruggiero, presidente Excalibur

 

In questi due anni ci sono stati in Iraq dieci volte più morti che nei precedenti vent’anni di Saddam.

Le armi di distruzione di massa, primo pretesto per giustificare l’intervento americano, si sono rivelate una bugia costruita a tavolino.

In passato l’america ha appoggiato Saddam quando questi era in guerra contro l’Iran fornendogli, insieme alla Francia, armi e tecnologie per produrre i gas nervini usati contro i curdi, salvo poi cambiare rotta quando l’Iraq invase il Kuwait. Cosa ha dettato le mosse e i repentini cambiamenti di rotta di Washington l’amore per la libertà o piuttosto il desiderio di controllare, con le buone o con le cattive,  il petrolio iracheno?

Perché l’America, che si erge a paladina della democrazia nel mondo, non da un’occhiatina a quello che accade a Cuba dove ci sono più dissidenti nelle carceri che turisti sulle spiagge, dove, dietro gli eleganti alberghi costruiti proprio dagli americani attraverso un sistema di triangolazioni e dagli europei, esiste una realtà fatta di prostituzione minorile sostenuta dal governo locale?

Cosa fa di Fidel Castro migliore di Saddam per non meritare l'attenzione di Bush? Il mare al posto del petrolio?

In Cina vengono quotidianamente eseguite condanne a morte per reati politici e i campi di lavoro maoisti sono strapieni di poveracci, eppure l’America non si sogna neppure di portarvi la democrazia. Al riguardo anche l’Italia in fatto di ipocrisia non è da meno, Ciampi e Fini in visita a Pechino hanno invocato la fine dell’embargo di armi alla Cina, una vergogna.

Quando Bush dice che bisogna portare la democrazia in Iraq in realtà afferma che bisogna imporvi il capitalismo. Dietro le bombe e i carri armati ci sono le multinazionale pronte a sbarcare con il loro carico di supermercati, McDonald’s, Nike, sesso, droga e rock’n roll e questo gli iracheni, anche quelli che sono andati a votare stanchi dei continui massacri, lo hanno ben capito ed è per questo che quattro straccioni riescono, con metodi inaccettabili che condanniamo senza appello, a tenere in scacco da oltre due anni il più potente esercito del mondo.

La verità è che gli americani giocano con gli ideali di libertà e democrazia per sostenere i loro interessi, senza contare che in fatto di civiltà l’America dovrebbe essere l’ultima a parlare, se consideriamo come è nata: massacrando gli indiani e reintroducendo quella schiavitù che l’Europa romano-cristiana aveva bandito da secoli.

Nel dopoguerra, dopo averci distrutto le città con i bombardamenti terroristici del ’44, l’America ha investito in Italia per farci diventare una sua docile e redditizia colonia (cambiano i tempi, mutano gli scenari ma la logica statunitense è sempre la stessa: distruggere per poi gestire il business della ricostruzione). Si parla tanto degli aiuti americani, ma si dimentica degli enormi contributi, veramente disinteressati, provenienti dall’Argentina. Ogni giorno  navi stracolme di ogni cosa hanno fatto la spola tra il Paese di Evita Peron e l’Italia, ma di questo nessuno ne parla.

Durante la guerra del Vietnam e successivamente, quando il comunismo dilagava in ogni parte del mondo e la Russia sovietica ci puntava contro i suoi missili nucleari (i famosi SS20), sostenuti in questo dai comunisti italiani (qualcuno ricorderà certamente lo slogan della sinistra negli anni settanta “meglio rossi che morti”), siamo stati dalla parte dell’America pur non accettando il suo modello di società basato sul capitalismo, perché il pericolo sovietico e quello marxista erano reali e ci imponeva di fare fronte comune. C'era poco da fare gli schizzinosi o si stava dalla parte dell'America, sotto l'ombrello della Nato, o si stava dalla parte dei comunisti. Abbiamo scelto il male minore, che è convenuto anche agli Usa.

Ma ora, dissolto l'impero sovietico e scongiurato il pericolo comunista proveniente dall'est, qualcuno ci può spiegare le ragioni strategiche e geopolitiche della permanenza in Italia delle basi Nato con migliaia di soldati in massima parte statunitensi che, oltretutto, contribuiamo a mantenere? Da chi dobbiamo difenderci, dall’Albania? Non sarebbe più logico sostituire la Nato con un esercito esclusivamente europeo?

Riguardo la morte dei nostri connazionali non li si onora evitando di accusare l’America per non fornire argomenti alla sinistra ma, al contrario, elevando alta la nostra protesta per evitare che altro sangue italiano venga versato per il petrolio americano.