DEMOCRAZIA, QUANTI CRIMINI IN TUO NOME

per Gianfredo RUGGIERO

CIRCOLO CULTURALE EXCALIBUR

Lonate Pozzolo (Varese)

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Si celebra in questi giorni il processo a Saddam Hussein finito alla sbarra con un’accusa infamante, crimini contro l’umanità. Sarà certamente impiccato.

Le accuse che gli sono contestate sono sostanzialmente tre, possesso di armi di distruzione di massa (mai trovate), l’aver instaurato un regime dittatoriale, anche se meno feroce di altri Paesi come l’Arabia Saudita e la Cina, nazioni con le quali l’Occidente intrattiene ottime relazioni diplomatiche e proficui scambi commerciali, infine quella più pesante: la strage dei Kurdi con i gas nervini (forniti dall’America e dalla Francia) avvenuta a Halabja nel 1988.

Uccidere deliberatamente civili inermi e distruggere città con i suoi abitanti dovrebbe essere considerato un crimine. Invece no, massacrare uomini, donne, vecchi e bambini indifesi e incolpevoli è perfettamente legittimo se perpetrato in nome della  democrazia e se a compiere questi atti ignobili sono gli americani, paladini e guardiani della libertà (di mercato) nel mondo.

In Iraq 160.000 civili di cui 32.000 bambini sono morti sotto le macerie delle loro abitazioni, distrutte dalle migliaia di bombe dirompenti sganciate dai bombardieri anglo americani e dai missili a stelle e strisce. Per autori e mandanti di tanta morte e distruzione nessun processo, anzi gloria, riconoscimenti e in Patria indici di popolarità alle stelle.

La morte è forse meno atroce per un bambino e la sofferenza più sopportabile per i suoi congiunti se sopraggiunge invece che con il gas di Saddam con le bombe di Bush?

C’è differenza tra il massacrare civili per permettere al rais di rafforzare il suo potere e ucciderli per consentire all’America di controllare (meglio sarebbe dire rubare) il petrolio iracheno? Evidentemente si, c’è differenza, visto che alla sbarra c’è finito solo Saddam.

E’ il prezzo da pagare per l’emancipazione delle masse affermava Stalin mentre deportava milioni di russi in Siberia, è il prezzo da pagare per la (sua) democrazia nel mondo ripete Bush mentre dà l’ordine di sganciare.

Ma a saldare il conto è solo Saddam.